La separazione rappresenta una fonte di stress, difficile da affrontare e superare: è un processo che si realizza nel tempo e comporta cambiamenti nella quotidianità, nella gestione del tempo e nella relazione con ciascun genitore.
È necessario affrontare questa fase delicata “preparati”, pronti consapevolmente e, come in un viaggio difficile, equipaggiati di una meta da raggiungere, una mappa per orientarsi nell’itinerario, un giusto equipaggiamento per affrontare le avversità e una bussola su cui contare.
La meta, come genitori separati, consiste nell’aiutare i figli ad adattarsi alla nuova situazione, tenendo distinti gli aspetti della coppia coniugale da quelli della coppia genitoriale, così da facilitare coerenza, accettazione e adattamento. Le ricerche dimostrano, infatti, che, nonostante la sofferenza iniziale, la maggior parte dei bambini ritrova equilibrio e benessere entro i due anni dalla separazione, se supportati da una relazione cooperativa tra i genitori, caratterizzata da assenza di conflitti, mediazione e stabilizzazione dell’alternanza.
La mappa segna alcuni punti del percorso:
Evitare di alimentare false speranze e false credenze o di dare ai figli il ruolo di confidenti intimi o sostitutivi del partner perso (“adesso sei tu l’uomo di casa”).
L’equipaggiamento necessario comprende:
Le evidenze scientifiche indicano che non è possibile individuare una causalità diretta tra separazione e sviluppo di disturbi specifici nel figlio. I disturbi comportamentali ed emotivi, infatti, non sono in correlazione con la separazione in sé, ma piuttosto con i livelli di conflittualità tra i genitori e di difficoltà relazionali tra genitori e figlio. È, quindi, l’interazione tra fattori di rischio e fattori protettivi presenti nel contesto familiare e sociale a determinare l’effettiva vulnerabilità. L’età del minore, la sua personalità, la capacità di resilienza, il livello di conflittualità coniugale, la rete sociale, le modalità con cui i genitori gestiscono la separazione rappresentano i principali fattori in gioco.
Qualora si osservino segnali di disagio nei figli o ci si renda conto di essere in difficoltà nel gestire la propria separazione diventa necessario poter contare sulla bussola, un professionista che vi guiderà nell’esaminare il problema, analizzare le convinzioni, acquistare consapevolezza e modificare comportamenti, pensieri ed emozioni, promuovendo autocontrollo emotivo e comunicazione assertiva. Sarà così più facile ascoltare i figli, comprenderli, parlare con loro della separazione e sostenerli nel percorso verso il nuovo equilibrio.